Decreto legge 27 dicembre 2024, n. 202 (conv. in legge 21 febbraio 2025, n. 15)

Il 21 febbraio, il Parlamento ha convertito in legge n. 15 del 2025 il cosiddetto decreto “mille-proroghe” (decreto-legge n. 202 del 2024) e ha introdotto una novità inaspettata, che ha molto sorpreso anche buona parte del mondo che si occupa dei diritti delle persone con disabilità.

Si tratta, va ricordato, della quarta modifica che il testo del d.lgs. n. 62 del 2024 subisce nel giro di nove mesi dalla sua pubblicazione, risalente al maggio 2024. Questa novità conferma in modo evidente le difficoltà di cui si era scritto: l’art. 19-quater del decreto “mille-proroghe” ha infatti disposto il prolungamento della durata della sperimentazione, che sarà dunque di 24 mesi e non di 12 mesi, come inizialmente stabilito. Di conseguenza, l’entrata in vigore della riforma a regime slitta al 1° gennaio 2027, mentre la sperimentazione proseguirà fino al 31 dicembre 2026. Viene posticipata poi al 30 novembre 2026 (si ricordi che, nella versione originaria del d.lgs. n. 62 del 2024, il termine era fissato al 30 novembre 2024, poi procrastinato al 30 novembre 2025 dal decreto-legge n. 71 del 2024) anche l’adozione del regolamento che dovrà aggiornare, in base all’ICF, le definizioni, i criteri e le modalità di accertamento previsti dalle tabelle del 1992 relativamente all’invalidità, alla cecità, alla sordità e alla sordocecità. A compensare, se così si può dire, questo ritardo nei tempi, c’è l’ampliamento, che avrà luogo dal 30 settembre 2025, dei territori interessati dalla sperimentazione e che interesserà altre 11 province (Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Trento e Aosta) oltre alle 9 già individuate nel decreto-legge n. 71 del 2024 (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste). Di conseguenza, dal prossimo autunno, in ogni Regione italiana ci sarà almeno una provincia in cui la sperimentazione dovrà prendere avvio. Inoltre, si è previsto l’aumento del numero di patologie che dovranno essere oggetto, sempre nell’ambito della sperimentazione, della valutazione di base secondo i criteri ICD e ICF. Così, oltre a quelle già indicate nel d.l. 71 del 2024 (disturbi dello spettro dell’autismo, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla), si aggiungono artrite reumatoide, cardiopatie, broncopatie e malattie oncologiche. Si badi, però: anche in questo caso dovrà essere preventivamente adottato – entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge “milleproroghe”, e dunque entro il 25 settembre 2025 – un regolamento del Ministero della Salute che individui i criteri in base all’ICF con cui l’accertamento della condizione di disabilità correlata a tali patologie dovrà essere effettuata. Nel frattempo, occorre però segnalare che non c’è ancora traccia del regolamento che dovrebbe analogamente individuare i criteri ICF per le tre condizioni già individuate nel d.l. 71 del 2024. Ricordiamo che tale regolamento è indispensabile per poter procedere alla sperimentazione della nuova valutazione di base, almeno per quelle tre condizioni. Lo stesso sarebbe dovuto essere adottato entro il 31 ottobre 2024. La conseguenza è che quindi, per la parte più innovativa della riforma, quella che lega l’accertamento della condizione di disabilità ai criteri ICF, la sperimentazione nelle prime nove province, che secondo un quadro normativo che diventa sempre più indecifrabile, è partita a gennaio 2025, è in realtà ancora al palo, come si evince anche, da ultimo, nella premessa della circolare INPS n. 42 del 17 febbraio 2025.

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